Un comitato spontaneo di cittadini, si è costituito in città e sul social network facebook sotto il nome di Solidarietà ai popoli del Maghreb, se non ora quando?.
In poco più di una settimana il gruppo ha registrato una fortissima adesione, ad oggi circa 600 iscritti, che hanno aderito alla mobilitazione per organizzare ad Alghero un corteo di solidarietà per le popolazioni del Nord Africa. Le violenze di questi giorni contro le popolazioni che coraggiosamente sono insorte contro il pluridecennale giogo dei loro dispotici leader (non solo in Nord Africa ma anche in Cina, nello Yemen, in Omàn …) hanno portato tanti cittadini ad interrogarsi sulla grave assenza di tutela dei diritti umani e sul desiderio di democrazia e libertà aldilà del Mediterraneo. Al comitato, spontaneo e privo di appartenenze partitiche, hanno aderito in gran numero le associazioni cittadine religiose e civili, movimenti d’opinione e politici, la facoltà di Architettura e singoli algheresi che hanno scelto di incontrarsi per un momento di riflessione, testimonianza ed impegno civile. La manifestazione si svolgerà giovedì 3 marzo con raduno e partenza da Piazza Sulis alle ore 18.30, il corteo silenzioso si svilupperà nel centro storico cittadino per terminare con un sit-in in Piazza Teatro. Letture e musica etnica arricchiranno il momento comunitario nella piazza d’arrivo e daranno l’opportunità a tutti i partecipanti di intervenire con spunti di riflessione sui temi della mondialità e della pace.
L’evento si collega idealmente alla Manifestazione per i Diritti dei Migranti di Sassari svolta martedì pomeriggio a Sassari ed in molte città d’Italia.
La manifestazione ad Alghero intende coinvolgere sensibilità e appartenenze diverse, unendo i partecipanti nell’obiettivo comune della difesa dei diritti umani, la dignità dei popoli ed il rispetto reciproco. Il prolungarsi delle violenze in Libia non deve in alcun modo portarci ad assuefarci alle tragedie in atto, portandoci a considerarle come ineluttabili e lontane. Per questo motivo il gruppo spontaneo continuerà a lavorare, non relegando il corteo di giovedì ad un evento isolato ma piuttosto valorizzandolo per sostenere una forte riflessione critica e propositiva nella nostra comunità algherese sulla nostra società, pronta ad inviare aiuti militari e umanitari ovunque nel mondo, ma spesso incapace di comprendere le proprie responsabilità in ciò che accade nei paesi a noi vicini, ma anche nell’uscio di casa nostra.
Appello
Fermiamo il massacro in Libia. Pane, lavoro, democrazia, accoglienza.
“Il Mediterraneo dei gelsomini”
C’è una Italia che si riconosce nella lezione di coraggio e dignità che arriva dal mondo arabo.
Il profumo dei gelsomini arriva anche nel nostro paese, anche nelle barche piene di giovani con la loro domanda di futuro.
Il messaggio che porta con sé ci dice che non è obbligatorio subire il furto di futuro, il sequestro della democrazia, né la fame di pane, lavoro e libertà.
Ci conferma che è possibile riprendere in mano il proprio destino, e scrivere insieme una nuova storia per il proprio paese e per il mondo intero.
Dimostra che il vento del cambiamento si può alzare anche dove sembra più difficile.
Oggi soffia da una regione rapinata dai colonialismi vecchi e nuovi, oppressa da dirigenti corrotti e venduti, violentata da guerre e terrorismi, troppo spesso contesa, divisa, umiliata.
Alzare la testa si può, anche quando costa immensamente caro, come il prezzo che il popolo libico sta pagando in queste ore per aver sfidato il dittatore.
Siamo tutti coinvolti da ciò che accade aldilà del mare. Le speranze e i timori, i successi e le tragedie delle sollevazioni arabe disegnano anche il nostro futuro.
Viviamo conficcati in mezzo al Mediterraneo ed è da qui che è sempre venuta gran parte della nostra storia.
Non possiamo restare in silenzio, …
Uniamo le nostre voci per chiedere la fine della repressione in Libia e in tutti gli altri paesi coinvolti dalla rivolta dei gelsomini, dallo Yemen al Bahrein fino alla lontana Cina.
Per sostenere i processi democratici in Tunisia e in Egitto e lo smantellamento dei vecchi regimi.
Per rafforzare le società civili democratiche che escono da anni di clandestinità e di esilio.
Per politiche di vero dialogo tra culture e per promuovere i “diritti culturali” delle popolazioni coinvolte.
Per la revisione degli accordi ineguali e ingiusti imposti dalle nostre economie ai vecchi regimi.
Per la fine delle occupazioni e delle guerre in tutta la regione.
Per chiudere la stagione dei respingimenti e di esternalizzazione delle frontiere, la stagione della guerra ai migranti.
Chiediamo che ai migranti della sponda sud sia, in questo frangente eccezionale, concesso immediatamente lo status di protezione temporanea.
Non possiamo tollerare che la reazione italiana ed europea alle rivoluzioni democratiche del mondo arabo sia la costruzione di un muro di navi militari in mezzo al mare.
Ai morti nelle piazze stanno aggiungendo in questi giorni ancora tanti, troppi, morti in mare. È arrivato il momento di dire basta!
CHIEDIAMO A TUTTI DI FIRMARE QUESTO APPELLO, DI FARLO GIRARE, DI FARSI SENTIRE
Primi firmatari:
Andrea Camilleri, Luigi Ciotti, Margherita Hack, Dacia Maraini, Moni Ovadia, Igiaba Scego
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