venerdì 20 novembre 2009
giovedì 1 ottobre 2009
SCIOPERI SCOLASTICI VERI
Visto il diffondersi di gruppi su Facebook su scioperi scolastici falsi, abbiamo deciso di creare un gruppo per informarvi ogni qualvolta ci sarà una manifestazione VERA ed ORGANIZZATA da fare nella provincia di Sassari.
--> Questo è il Link: http://www.facebook.com/group.php?gid=145279922180&ref=nf#/group.php?gid=144139887354&ref=mf
Resistenza Studentesca, provincia di Sassari
(movimento studentesco)
--> Questo è il Link: http://www.facebook.com/group.php?gid=145279922180&ref=nf#/group.php?gid=144139887354&ref=mf
Resistenza Studentesca, provincia di Sassari
(movimento studentesco)
mercoledì 30 settembre 2009
Il 2 Ottobre ad Alghero manifestazione in difesa della libertà di stampa
Il Comitato “La Sardegna del Nord-Ovest per la Libertà di Stampa e per il pluralismo dell’Informazione” comunica che Venerdì 2 Ottobre, ad Alghero, in Piazza Civica dalle 17 alla 20, si terrà un presidio pubblico in difesa della libertà d’informazione alla vigilia della manifestazione nazionale “Informazione, No al bavaglio” indetta dalla Federazione nazionale della Stampa per sabato pomeriggio a Roma.
Presso i panchetti allestiti dal Comitato saranno a disposizione dei cittadini oltre al materiale di documentazione anche i personal computers collegati on-line con i quali cittadini potranno con l’assistenza degli organizzatori sottoscrivere l’appello per la libertà di stampa promosso dai tre giuristi Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky.
E’ prevista la partecipazione di esponenti del mondo dell’informazione, dell’associazionismo culturale e della politica, e l’intervento, tra gli altri, di Fabio Azzolini, giornalista del “Secolo XIX” di Genova e componente della Giunta della Federazione nazionale della Stampa Italiana.
Presso i panchetti allestiti dal Comitato saranno a disposizione dei cittadini oltre al materiale di documentazione anche i personal computers collegati on-line con i quali cittadini potranno con l’assistenza degli organizzatori sottoscrivere l’appello per la libertà di stampa promosso dai tre giuristi Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky.
E’ prevista la partecipazione di esponenti del mondo dell’informazione, dell’associazionismo culturale e della politica, e l’intervento, tra gli altri, di Fabio Azzolini, giornalista del “Secolo XIX” di Genova e componente della Giunta della Federazione nazionale della Stampa Italiana.
La Sardegna del Nord-Ovest per la libertà e il pluralismo dell’informazione
Alghero 30 settembre 2009
sabato 19 settembre 2009
Manifestazione Precari della Scuola - Sassari
Sassari - 17/09/2009/
Manifestazione dei Precari della Scuola
Manifestazione dei Precari della Scuola
sabato 12 settembre 2009
venerdì 11 settembre 2009
mercoledì 2 settembre 2009
Salerno. Scuola dei tagli. Precari Aggrediti al USP
La scuola della fame e della sussistenza. Questo è lo scenario reale a Salerno provincia allindomani dei tagli del ministro Gelmini. Centinaia di docenti, precari e ATA che protestavano davanti allUSP di Salerno sono stati caricati due volte dalle forze dellordine. Trattati come ultras e delinquenti comuni.
lunedì 31 agosto 2009
Salerno, scontro tra docenti e i poliziotti
Salerno, i docenti cercavano di entrare nell'USP per poter consultare le proprie posizioni,graduatorie, ricorsi, assegnaz.provvisorie ecct. e la polizia ha impedito l'accesso!!!! Inaudito
.
.
mercoledì 24 giugno 2009
MANCANO I FONDI PER FINANZIARE I CORSI DI RECUPERO DI ALCUNE MATERIE. LA FGCI DI ALGHERO CON GLI STUDENTI.
I recenti tagli ai fondi per l'istruzione attuati dal Governo Berlusconi non cessano di provocare effetti negativi sul tutto il panorama scolastico, anche locale.
Dopo il rischio di chiusura per le scuole serali dell'Istituto Alberghiero e alla probabile chiusura di una classe del Liceo Classico, ora mancano i soldi per finanziare i corsi di recupero per alcune materie e ciò potrebbe comportare la ripetizione dell'anno scolastico per molti studenti algheresi.
Ancora una volta l'attuale Governo nazionale preferisce far finta di non conoscere il diritto allo studio sancito dalla Costituzione Italiana.
La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani di Alghero non intende lasciare soli gli studenti e, già dal prossimo autunno, insieme a Resistenza Studentesca continuerà a movimentare lo studentato algherese contro scelte che portano alla distruzione della scuola pubblica.
Fgci Alghero
.
Dopo il rischio di chiusura per le scuole serali dell'Istituto Alberghiero e alla probabile chiusura di una classe del Liceo Classico, ora mancano i soldi per finanziare i corsi di recupero per alcune materie e ciò potrebbe comportare la ripetizione dell'anno scolastico per molti studenti algheresi.
Ancora una volta l'attuale Governo nazionale preferisce far finta di non conoscere il diritto allo studio sancito dalla Costituzione Italiana.
La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani di Alghero non intende lasciare soli gli studenti e, già dal prossimo autunno, insieme a Resistenza Studentesca continuerà a movimentare lo studentato algherese contro scelte che portano alla distruzione della scuola pubblica.
Fgci Alghero
.
giovedì 18 giugno 2009
Soldi alle scuole private
Gelmini, «costano, bonus a chi vuole frequentarle»
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato» si legge nell'articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana
«Voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando a una riforma che dia la possibilità di accedere a un bonus a chi vuole frequentarle. Un po' come già succede in Lombardia» dichiara al Corriere della Sera il ministro -della Repubblica italiana- all'Istruzione Maria Stella Gelmini.
Non è un giochetto enigmistico del tipo “trova le differenze”, e non è neppure una grande scoop, ma una banale associazione, anzi dissociazione di idee: da una parte quella indicata dai padri costituenti nelle fondamenta dell'ordinamento della Repubblica italiana, dall'altra quella del governo in carica.
f.l.
(18.6.09)
La Rinascita
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato» si legge nell'articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana
«Voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando a una riforma che dia la possibilità di accedere a un bonus a chi vuole frequentarle. Un po' come già succede in Lombardia» dichiara al Corriere della Sera il ministro -della Repubblica italiana- all'Istruzione Maria Stella Gelmini.
Non è un giochetto enigmistico del tipo “trova le differenze”, e non è neppure una grande scoop, ma una banale associazione, anzi dissociazione di idee: da una parte quella indicata dai padri costituenti nelle fondamenta dell'ordinamento della Repubblica italiana, dall'altra quella del governo in carica.
f.l.
(18.6.09)
La Rinascita
martedì 16 giugno 2009
domenica 24 maggio 2009
Tagli al Classico: Salvio non ci sta
Chiuderà quasi certamente una classe al Manno di Alghero, nonostante siano aumentate le iscrizioni
ALGHERO - Dopo la scampata chiusura di tre classi all'Alberghiero, nuovo allarme per le scuole cittadine: A forte rischio chiusura una classe al Liceo classico "Manno" di Alghero che, addirittura con cinque iscritti in più rispetto all'anno scorso, potrebbe veder ridotte le proprie classi. Nicola Salvio non ci sta e dai microfoni di Alguer.it lancia un duro e preciso allarme contro i tagli indiscriminati operati dal Ministero dell'Istruzione in questi ultimi mesi.
> GUARDA il video
da Alguer.it
Studenti "clandestini": i nomi sulla lavagna
Casaregis, Einaudi e Galilei: iniziativa choc della dirigente scolastica. Il fatto ha suscitato la protesta di molti insegnanti che hanno scritto al Provveditore
di Massimo Calandri
UN GIORNO è entrata in aula la preside, ha preso un gessetto e si è messa a scrivere sulla lavagna un elenco di alunni. Ha fatto lo stesso in tutte le classi e nelle tre scuole del plesso, e quando non tracciava la sua lista era perché pronunciava ad alta voce i nomi degli studenti. Nomi di origine straniera. Nomi di presunti, futuri clandestini. Di prossimi fuorilegge. Nomi di ragazzi che nel corso dell´anno scolastico avrebbero compiuto il diciottesimo anno di età, e che non avevano chiarito la loro posizione ai sensi del futuro permesso di soggiorno.
Perché in Italia si può diventare degli irregolari per quello che si è, non per quello che si fa: basta raggiungere la maggiore età e avere dei genitori privi di permesso, o peggio ancora residenti in una casa troppo piccola, o titolari di un reddito considerato insufficiente. Prudente e precisa, la preside ? Rosanna Cipollina - ha redatto una sconcertante lista degli studenti «a rischio». E in qualche modo l´ha resa pubblica. Si è giustificata sostenendo di aver scritto quei nomi sulla lavagna perché temeva altrimenti di sbagliarne la pronuncia, e che quello era semplicemente un invito a presentare al più presto i relativi documenti in segreteria. Cosa che gli studenti hanno fatto puntualmente nei giorni successivi, ribadendo la loro «regolare» presenza sul territorio italiano.
E´ successo nell´istituto professionale per il commercio Casaregis, a Sampierdarena, nelle altre due strutture scolastiche accorpate, l´istituto tecnico industriale Galilei e l´Einaudi. Diversi insegnanti hanno sottoscritto indignati una lettera, trasmessa al provveditore agli studi e alla stessa preside. Abbiamo provato a contattarla, ma non c´è stato nulla da fare.
UN GIORNO è entrata in aula la preside, ha preso un gessetto e si è messa a scrivere sulla lavagna un elenco di alunni. Ha fatto lo stesso in tutte le classi e nelle tre scuole del plesso, e quando non tracciava la sua lista era perché pronunciava ad alta voce i nomi degli studenti. Nomi di origine straniera. Nomi di presunti, futuri clandestini. Di prossimi fuorilegge. Nomi di ragazzi che nel corso dell´anno scolastico avrebbero compiuto il diciottesimo anno di età, e che non avevano chiarito la loro posizione ai sensi del futuro permesso di soggiorno.
Perché in Italia si può diventare degli irregolari per quello che si è, non per quello che si fa: basta raggiungere la maggiore età e avere dei genitori privi di permesso, o peggio ancora residenti in una casa troppo piccola, o titolari di un reddito considerato insufficiente. Prudente e precisa, la preside ? Rosanna Cipollina - ha redatto una sconcertante lista degli studenti «a rischio». E in qualche modo l´ha resa pubblica. Si è giustificata sostenendo di aver scritto quei nomi sulla lavagna perché temeva altrimenti di sbagliarne la pronuncia, e che quello era semplicemente un invito a presentare al più presto i relativi documenti in segreteria. Cosa che gli studenti hanno fatto puntualmente nei giorni successivi, ribadendo la loro «regolare» presenza sul territorio italiano.
E´ successo nell´istituto professionale per il commercio Casaregis, a Sampierdarena, nelle altre due strutture scolastiche accorpate, l´istituto tecnico industriale Galilei e l´Einaudi. Diversi insegnanti hanno sottoscritto indignati una lettera, trasmessa al provveditore agli studi e alla stessa preside. Abbiamo provato a contattarla, ma non c´è stato nulla da fare.
Ci sono purtroppo buone ragioni per credere che questa storia non finisca qui. L´inedito episodio, accaduto nei mesi scorsi, è tornato sulla bocca di molti in questi giorni in cui il Parlamento legifera sul reato di clandestinità. Lo ha ricordato anche Paolo Quatrida, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza: sono decine gli studenti di origine straniera che frequentano le superiori genovesi e compiono i diciott´anni nel corso di questo anno scolastico. Rischiano di finire tutti in una ignobile lista di proscrizione? «Un problema grave, una storia orribile», dice Quatrida. I minori extracomunitari non hanno bisogno di un permesso di soggiorno. «In genere gli istituti, quando raggiungono la maggiore età, fanno finta di niente: non vanno a verificare se gli studenti diventeranno automaticamente ?regolari´. La questione diventa però inevitabile quando i ragazzi sostengono l´esame di maturità. In passato si è aggirato il problema grazie a visti temporanei. Di questi tempi, però, può accadere qualsiasi cosa. Anche che si scrivano dei nomi su di una lavagna».
(19 maggio 2009)
venerdì 15 maggio 2009
Finanziamenti alla scuola privata. Maggioranza, Udc e Idv aumentano i fondi
Lunedì 11 Maggio 2009 17:21
di Alessandro Bongarzone
Roma - Lo scorso 6 maggio, venerdì, la Camera dei Deputati ha dato il “via libera” a tre diverse mozioni sulla scuola: una di maggioranza e due d’opposizione, Udc e Idv che, con toni diversi e facendo ricorso a diverse modalità, chiedevano il ripristino di quanto tolto alle “paritarie” da Tremonti (13,4 milioni di euro, avendone restituiti 120 dopo la bagarre armata dai vescovi italiani) nella scorsa finanziaria.
Bocciata, invece, dall’assemblea di Montecitorio i documenti presentati dal PD e dai deputati radicali.
Così, mentre l’Esecutivo taglia 8 miliardi (e 134 mila posti in tre anni) alla scuola pubblica il Parlamento, bontà sua, sapendo che il ministro del tesoro sta lavorando al nuovo testo della finanziaria 2010, per non farsi cogliere impreparato, gioca d’anticipo e impegna il governo perché nei prossimi mesi accresca i finanziamenti alle scuole private, se non è possibile allargare ulteriormente i cordoni della borsa, almeno per una quota pari a quella che manca all’appello (13,4 milioni, appunto).
La mozione di maggioranza, comune a PDL e Lega, primi firmatari i capigruppo: Fabrizio Cicchitto e Roberto Cota, chiede al governo di “realizzare interventi volti a facilitare e promuovere le condizioni per l’effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie” e di “recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per il 2009 ammonti sostanzialmente a quelli assegnati nell’esercizio finanziario 2008”. La mozione indica, anche, le modalità con cui restituire il “maltolto”: buoni scuola “per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di iscrizione e di frequenza in scuole paritarie” e detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie “in
misura adeguata - si legge nel testo approvato - a ridurre significativamente gli oneri e calibrate a scalare per le famiglie con i redditi più bassi”.
Non di molto differisce la seconda mozione approvata, quella dell’UDC, che impegna il governo a “a garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie e l’equivalenza con le altre istituzioni formative, anche europee” e “ad adottare iniziative per prevedere in tempi rapidi il ripristino integrale delle risorse sottratte alle scuole paritarie dalla manovra economica”. Ma i centristi vanno oltre e, più liberali dei liberisti, chiedono un impegno concreto perché vengano adottati “provvedimenti volti a garantire un’effettiva libertà di scelta della scuola da parte delle famiglie” anche attraverso la previsione di “strumenti di finanziamento alle famiglie per la scelta della scuola nell’ambito del sistema nazionale di istruzione”.
Si tratta di uno stranissimo e ben più che classista concetto di libertà e di welfare quello che propongono lor signori ma che, a ben vedere, ha a che fare con l’eterno vizio dei ricchi di far pagare ai poveri i loro lussi e le loro scelte per cui, dopo aver ottenuto il rimborso fiscale per la donna di servizio, chiedono, oggi, il rimborso per le loro “rette” scolastiche da milioni di euro a discapito, ovviamente e manco a dirlo,
delle risorse per la scuola pubblica.
Ispirata al principio si sussidiarietà, ma non per questo meno grave e pericolosa per il sistema pubblico, la terza mozione - approvata con l’assenso del governo - presentata dall’Italia dei Valori che chiede all’esecutivo d’impegnarsi ad “intervenire per garantire l’efficienza scolastica a tutti i livelli ed il ruolo di aggregazione sociale e civile svolto dal sistema formativo italiano” ma, e qui sta il pericolo, “a sostenere lo sviluppo dell’iniziativa privata nel settore formativo”. Come a dire, visto che nella scuola non c’è la Cassa Integrazione, ovvero alcun incentivo all’assunzione, troviamo una forma per dare qualche soldo di sostegno a questi “imprenditori”.
Bocciata, manco a dirlo, la mozione del PD che chiedeva di “ripristinare tutte le risorse per le scuole paritarie e degli enti locali (comprese quelle destinate alle sezioni primavera, al diritto allo studio in tutte le sue articolazioni e al contrasto della dispersione scolastica) varate dal Parlamento all’epoca del governo Prodi, erogandole prioritariamente alle scuole che svolgono il servizio senza fini di lucro e che, comunque, non sono legate a società aventi fini di lucro o da queste controllate” ma, soprattutto - crediamo noi - perché chiedeva, in primo luogo, di “ripristinare le somme destinate alla scuola pubblica decurtate con la finanziaria”. Nella mozione del PD era presente anche la richiesta - contenuta anche nella mozione radicale - di “disporre un approfondito e continuo controllo e monitoraggio, oltre che una puntuale indagine ispettiva in tutta Italia, al fine di individuare ed eventualmente reprimere gli episodi di cattiva gestione di scuole paritarie, che, non rispettando le norme, risultano essere solo dei costosissimi diplomifici”.
di Alessandro Bongarzone
Roma - Lo scorso 6 maggio, venerdì, la Camera dei Deputati ha dato il “via libera” a tre diverse mozioni sulla scuola: una di maggioranza e due d’opposizione, Udc e Idv che, con toni diversi e facendo ricorso a diverse modalità, chiedevano il ripristino di quanto tolto alle “paritarie” da Tremonti (13,4 milioni di euro, avendone restituiti 120 dopo la bagarre armata dai vescovi italiani) nella scorsa finanziaria.
Bocciata, invece, dall’assemblea di Montecitorio i documenti presentati dal PD e dai deputati radicali.
Così, mentre l’Esecutivo taglia 8 miliardi (e 134 mila posti in tre anni) alla scuola pubblica il Parlamento, bontà sua, sapendo che il ministro del tesoro sta lavorando al nuovo testo della finanziaria 2010, per non farsi cogliere impreparato, gioca d’anticipo e impegna il governo perché nei prossimi mesi accresca i finanziamenti alle scuole private, se non è possibile allargare ulteriormente i cordoni della borsa, almeno per una quota pari a quella che manca all’appello (13,4 milioni, appunto).
La mozione di maggioranza, comune a PDL e Lega, primi firmatari i capigruppo: Fabrizio Cicchitto e Roberto Cota, chiede al governo di “realizzare interventi volti a facilitare e promuovere le condizioni per l’effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie” e di “recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per il 2009 ammonti sostanzialmente a quelli assegnati nell’esercizio finanziario 2008”. La mozione indica, anche, le modalità con cui restituire il “maltolto”: buoni scuola “per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di iscrizione e di frequenza in scuole paritarie” e detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie “in
misura adeguata - si legge nel testo approvato - a ridurre significativamente gli oneri e calibrate a scalare per le famiglie con i redditi più bassi”.
Non di molto differisce la seconda mozione approvata, quella dell’UDC, che impegna il governo a “a garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie e l’equivalenza con le altre istituzioni formative, anche europee” e “ad adottare iniziative per prevedere in tempi rapidi il ripristino integrale delle risorse sottratte alle scuole paritarie dalla manovra economica”. Ma i centristi vanno oltre e, più liberali dei liberisti, chiedono un impegno concreto perché vengano adottati “provvedimenti volti a garantire un’effettiva libertà di scelta della scuola da parte delle famiglie” anche attraverso la previsione di “strumenti di finanziamento alle famiglie per la scelta della scuola nell’ambito del sistema nazionale di istruzione”.
Si tratta di uno stranissimo e ben più che classista concetto di libertà e di welfare quello che propongono lor signori ma che, a ben vedere, ha a che fare con l’eterno vizio dei ricchi di far pagare ai poveri i loro lussi e le loro scelte per cui, dopo aver ottenuto il rimborso fiscale per la donna di servizio, chiedono, oggi, il rimborso per le loro “rette” scolastiche da milioni di euro a discapito, ovviamente e manco a dirlo,
delle risorse per la scuola pubblica.
Ispirata al principio si sussidiarietà, ma non per questo meno grave e pericolosa per il sistema pubblico, la terza mozione - approvata con l’assenso del governo - presentata dall’Italia dei Valori che chiede all’esecutivo d’impegnarsi ad “intervenire per garantire l’efficienza scolastica a tutti i livelli ed il ruolo di aggregazione sociale e civile svolto dal sistema formativo italiano” ma, e qui sta il pericolo, “a sostenere lo sviluppo dell’iniziativa privata nel settore formativo”. Come a dire, visto che nella scuola non c’è la Cassa Integrazione, ovvero alcun incentivo all’assunzione, troviamo una forma per dare qualche soldo di sostegno a questi “imprenditori”.
Bocciata, manco a dirlo, la mozione del PD che chiedeva di “ripristinare tutte le risorse per le scuole paritarie e degli enti locali (comprese quelle destinate alle sezioni primavera, al diritto allo studio in tutte le sue articolazioni e al contrasto della dispersione scolastica) varate dal Parlamento all’epoca del governo Prodi, erogandole prioritariamente alle scuole che svolgono il servizio senza fini di lucro e che, comunque, non sono legate a società aventi fini di lucro o da queste controllate” ma, soprattutto - crediamo noi - perché chiedeva, in primo luogo, di “ripristinare le somme destinate alla scuola pubblica decurtate con la finanziaria”. Nella mozione del PD era presente anche la richiesta - contenuta anche nella mozione radicale - di “disporre un approfondito e continuo controllo e monitoraggio, oltre che una puntuale indagine ispettiva in tutta Italia, al fine di individuare ed eventualmente reprimere gli episodi di cattiva gestione di scuole paritarie, che, non rispettando le norme, risultano essere solo dei costosissimi diplomifici”.
da http://www.dazebao.org
domenica 26 aprile 2009
domenica 12 aprile 2009
Alghero contro il Nucleare
Alghero 9 aprile 2009
a causa della pioggia il sit-in contro il nucleare non si è potuto fare. Tuttavia si è deciso di affrontare un dibattito presso il circolo Arci "Betty Boop" di Alghero.
Questo video riassume l'evento.
riprese e montaggio di Marco Mura
domenica 5 aprile 2009
Sit-in contro il nucleare in Sardegna
domenica 22 marzo 2009
sabato 10 gennaio 2009
Studenti interrompono Berlusconi a Cagliari
CAGLIARI - Il presidente del Consiglio viene contestato da un gruppo di studenti con striscioni e catelli.
Il premier è quindi costretto ad interrompere il suo comizio in sostegno di Ugo Cappellacci, candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Sardegna.
Dopo un allontanameno degli studenti dalla Fiera di Cagliari, luogo in cui si è svolto il comizio, Berlusconi ha continuato il suo discorso.
Iscriviti a:
Post (Atom)